"O Immacolata Maria…"

"O Immacolata Maria,
Corredentrice del genere umano,
guarda agli uomini
riscattati dal sangue del tuo Divin Figlio
e ancora avvolti in tante tenebre di errori
e in tanto fango di vizi.
La messe è molta,
ma gli operai ancora molto scarsi.
Abbi pietà, o Maria, dei tuoi figli
che il moribondo Gesù
ti raccomandò dalla Croce.
Moltiplica le vocazioni religiose e sacerdotali:
dacci novelli apostoli,
pieni di sapienza e di fervore […].
Con la tua onnipotenza supplichevole
rinnova ancora la divina Pentecoste
sui chiamati all’apostolato[…].
Esaudiscici, o Maria,
perché tutti gli uomini accolgano il Divino Maestro
Via, Verità e Vita,
divengano docili figli della Chiesa cattolica;
e tutta la terra risuoni delle tue lodi
e ti onori come Madre, Maestra e Regina.
E così tutti possiamo giungere
al beato soggiorno della felicità eterna".

(Regina degli Apostoli dal fascino orientale-custodita a Roma in casa Annunziatine)

Scritta da Don Alberione all’inizio degli Anni ’20, questa preghiera compare già nella prima edizione de "Le Preghiere della Pia Società San Paolo" (Alba 1922). La ritroviamo identica nel bollettino "Unione Cooperatori Buona Stampa" (UCBS) del 20 Aprile 1926, preceduta da un lungo articolo che ne spiega il senso e che costituisce il suo miglior commento [cfr. PP 489-492].

Schematicamente, la preghiera si compone di tre temi:

situazione dell’umanità lontana da Dio
necessità di nuovi apostoli formati da Maria
tutti protesi al trionfo di Gesù Maestro, Via, Verità e Vita.

Per la sua ricchezza di contenuto e per l’ansia missionaria che la pervade, questa orazione mariana può essere considerata la prima autentica "preghiera apostolica" di Don Alberione, parallela per certi versi, nello spirito e nelle cadenze, alla "preghiera sacerdotale" di Gesù in Gv 17.

di BRUNO SIMONETTO - pdf

La mariologia del Beato Don Giacomo Alberione

 

Una donna vestita di sole

L'Immacolata Concezione

nelle opere dei grandi maestri

"Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle". Da questi versi dell’Apocalisse nasce l’immagine che per secoli fu conosciuta come la "donna dell'Apocalisse" e che solo l’8 dicembre del 1854 prende ufficialmente il nome di Immacolata Concezione. In quell’anno, nella Basilica Vaticana, la Bolla Ineffabilis Deus, emanata da Pio IX, proclama il Dogma dell’Immacolata Concezione. La devozione alla Vergine è già universalmente diffusa, il documento papale la rende giuridicamente ufficiale.

Nel corso dei secoli, l’immagine della Vergine è stata oggetto di rappresentazione da parte dei più illustri artisti italiani ed internazionali. Ancora oggi, sulla bandiera blu dell’Unione Europea campeggiano dodici stelle, un evidente simbolo della comune matrice cattolica dei paesi appartenenti.

Oggi un’imponente mostra ripercorre la genesi di un’immagine rappresentativa del dogma, il cui percorso si affianca a quello della fede. Attraverso oltre cento dipinti e numerose sculture, codici e manoscritti provenienti dalle più celebri biblioteche del mondo, il percorso si snoda seguendo un ordine cronologico e tematico. L’iconografia dell’Immacolata Concezione ha inizio con le

raffigurazioni della donna dell’Apocalisse, vestita di sole, cui fa seguito Maria, vista come radice e capostipite della discendenza che darà vita a Cristo. Da un passo del Protovangelo apocrifo di Giacomo proviene un’ulteriore rappresentazione. Si tratta del concepimento della Vergine. Nell’antico testo si narra che Anna e Gioacchino non potessero avere figli e che egli fuggisse a causa della vergogna.
Un giorno, però, un angelo predisse a Gioacchino la nascita di una figlia e di lì a poco, da un casto bacio con Anna, nacque Maria.
Seguono in mostra le celebri tele gotiche sulla disputa dell’Immacolata Concezione. Luca Signorelli, Piero di Cosimo, Rutilio Manetti ed altri pittori appartenenti agli ordini francescani e domenicani posero in arte le loro dissertazioni religiose. Nel corso dei secoli, la simbologia mariana dell’Immacolata si sviluppò in forme e stilemi molteplici, trovando alte rappresentazioni nelle opere di Vasari, Pinturicchio, Pomarancio. Il trionfo dell’Immacolata nelle sue immagini di splendore, raffigurata nella classica iconografia della Vergine, poggiata su uno spicchio di luna, mentre schiaccia la testa del serpente, passa attraverso l’arte dei più celebri pittori italiani e spagnoli, quali Luca Giordano, Guercino, Tiepolo, Piazzetta. Il percorso si chiude con opere e documenti che testimoniano la proclamazione del Dogma, tramite la Bolla di Pio IX. Spiccano i cartoni per gli affreschi della “Sala dell’Immacolata” di Francesco Podesti, realizzati per i Musei Vaticani. La mostra si avvale della curatela di Mauro Piacenza, affiancato da Giovanni Morello e da un importante comitato scientifico, ed è accompagnata da una pubblicazione edita da Federico Motta.

4Avvento Dogma dell'Immacolata Concezione 4Avvento


Nella storia dei dogmi, quello dell’Immacolata Concezione reca con sé una peculiarità che lo rende unico: la sua definizione per opera di Pio IX, nel 1854, nasce non tanto dalle attestazioni scritturistiche o dalla tradizione più antica, quanto, e qui sta il tratto di unicità, dall’approfondimento del sensus fidelium e del Magistero.
La Dei Verbum, 8 sembra essere il testo che meglio risponde al contesto che ha generato la definizione dogmatica dell’Immacolata Concezione: e’ lo Spirito Santo che matura il sensus fidei del popolo cristiano tanto da renderlo capace di una percezione spontanea del dato rivelato e di una maturazione interiore del dato stesso grazie alla riflessione, all’esperienza e alla predicazione.
Nella storia del dogma dell’Immacolata Concezione è certo che vi è una precedenza assoluta del sensus fidei sulla Teologia che ha, invece, indugiato sui pro e i contra del privilegio mariano.
Nei primi secoli del Cristianesimo nella dottrina dell’Immacolata Concezione è il parallelismo tra Eva e Maria, secondo una duplice relazione di somiglianza e di opposizione. Sulla base della prima, come Eva fu plasmata senza macchia dalle mani di Dio, similmente Maria doveva essere creata da Dio, Immacolata. Per opposizione, Colei che doveva essere la restauratrice delle rovine di Eva, non poteva essere travolta dal peccato.
Tale parallelo è ripreso in maniera molto pertinente ed efficace anche dal concilio Vaticano II, nella costituzione Lumen Gentium
Nel secolo V, Procolo sostenne un intervento speciale di Dio nella creazione della futura Madre di Dio, perché fosse una creatura nuova, formata “da un’argilla monda” come Adamo prima del peccato.
Questo testo fu stimato tanto degno della dimostrazione immacolista da confluire nel testo della bolla Ineffabilis Deus.
L’altro testo, tratto dal Contra Iulianum di Agostino, è una risposta a Giuliano il quale obiettava al fatto che per Agostino, data l’universalità del peccato originale, anche Maria era assoggettata al potere di Satana. Agostino a queste osservazioni risponde: “… non assegniamo Maria al diavolo per la condizione del nascere, ma per questo: perché la stessa condizione del nascere è risolta dalla grazia del rinascere”. Questa affermazione su Maria fa chiaramente comprendere come per Agostino l’assenza in Maria del peccato originale, sia effetto della grazia di Dio.
Nel corso degli anni, l’indagine biblica e patristica si arricchì di nuovo dati, tanto che nella sessione VI del Concilio di Trento (1546) non mancarono coloro che si appellarono alla definizione dogmatica dell’Immacolata Concezione. Alessandro VII con la promulgazione della Costituzione Sollicitudo omnium Ecclesiarum determinava l’oggetto preciso della festa, precisando che si trattava della preservazione dell’anima della Vergine dalla colpa originale, nel primo istante della sua creazione e infusione al corpo, per speciale grazia e privilegio di Dio, in vista dei meriti di Cristo suo Figlio, Redentore del genere umano.
Sarà proprio questa vivacità del culto mariano che porterà papa Pio IX ad affrontare la questione dell’Immacolata Concezione in vista di una definitiva proclamazione del dogma. L’opinione assolutamente favorevole alla definizione del dogma spinse il pontefice alla preparazione della bolla Ineffabilis Deus con la quale fu definito il dogma della Immacolata Concezione: “Dopo aver offerto a Dio, attraverso il suo Figlio, nell’umiltà e nel digiuno, le preghiere della Chiesa e le nostre, perché si degnasse di dirigere e confermare il nostro pensiero con la grazia dello Spirito Santo, invocando l’aiuto della Chiesa trionfante ed implorando con gemiti lo Spirito Santo stesso, con la sua assistenza, a onore della Santa e individua trinità, - ad onore e decoro della Vergine Madre di Dio, a esaltazione della fede cattolica e per lo sviluppo della religione cristiana, - con l’autorità di Nostro Signore Gesù Cristo, dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, dichiariamo, pronunciamo e definiamo che la dottrina la quale ritiene che la beatissima Vergine Maria, per singolare grazia e privilegio di Dio Onnipotente a lei concesso in vista dei meriti di Gesù Cristo, salvatore del genere umano, sia stata preservata da ogni macchia di colpa originale fin dal primo istante della sua creazione, è stata da Dio rivelata, ed è perciò da credere fermamente” .
Frutto di lunghe consultazioni con l’episcopato sin dal 1848, la definizione si fondava prevalentemente sull’autorità del papa, anticipando la definizione della infallibilità personale del Pontefice; il metodo seguito nella bolla dogmatica, partendo dal consenso attuale della Chiesa e interpretando in questa luce le testimonianze passate, apriva nuove vie alla teologia, largamente seguite da quel momento.
Al momento della definizione, nel 1854, esistevano in tutta la Chiesa latina tre formulari di Messa e Ufficio, ma Pio IX sollecitato da molti vescovi e per sua decisione ordinò nel 1863 la redazione di un nuovo testo liturgico che rispondesse alla definizione dogmatica e rendesse con precisione la verità definita. Il testo definitivo, preparato da Mons. Bartolini, segretario della Congregazione dei riti, fu approvato il 27 agosto del 1863. La festa fu denominata dell’Immacolata Concezione.

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