23 Il Natale dei poveri Da: Mattutino Gianfranco Ravasi |
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Oggi siamo seduti, alla vigilia / di Natale, noi, gente misera, / in una gelida stanzetta, / il vento corre di fuori, / il vento entra. / Vieni, buon Signore Gesù, da noi, / volgi lo sguardo: / perché Tu ci sei davvero necessario.Alle soglie ormai del Natale del Signore abbiamo voluto suggerire ai nostri lettori questa breve lirica intitolata « Alla vigila di Natale». |
Ma soprattutto Cristo è necessario per coloro che hanno il cuore sgombro da vizi, possesso, orgoglio e sentono il bisogno di amore, di infinito, di speranza. Paolo nella seconda lettera ai Corinzi scriveva: «Da ricco che era, egli si è fatto povero per voi, perché voi diveniate ricchi della sua povertà» (8, 9). E S. Ambrogio nel suo commento al vangelo del Natale secondo Luca continuava: «Questa povertà è dunque il mio patrimonio, la debolezza del Signore è la mia forza. Egli ha preferito per sé l'indigenza per essere prodigo verso tutti. I pianti e i vagiti della sua infanzia mi purificano, le sue lacrime lavano le mie colpe». |
24 In questa notte santa
Nella notte in cui “Gesù fa compagnia al povero, al fringuello e al camminante”, nascendo in una mangiatoia, ultimo tra gli ultimi della terra, abbiamo voluto evocare questo tenero sonetto che Cesare Angelini, finissimo scrittore e sacerdote pavese, pubblicò nella raccolta lirica Autunno. La trasparenza dei versi e delle immagini invitano quasi solo all'ascolto, a far sì che «le parole abbiano riflessi di conchiglie» nello spirito. Vento, neve, acque, boschi, villaggi, chiese, intimità familiari, solitudini e folle sembrano essere segnate da un'impronta diversa in questa notte, «la terra tutta è un gran presepe in festa». E quando, tra alcune ore, tutti insieme - anche se dispersi in luoghi diversi - ascolteremo quel «gran racconto» («In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra...»), sarà come «succhiare infanzia» e non semplicemente per motivi sentimentali ma perché l'anima diverrà più pura e più limpida. Conoscerà ancora il sapore della gioia, godrà ancora del gusto dell'attesa, sarà pervasa dal bisogno di amare, saprà ancora sperare, vedrà sbocciare la luce della fiducia. Sessant'anni prima di Angelini, nel 1899, un altro poeta di grande intensità, Carlo Betocchi scriveva: «...Nella tristezza dell'esistere, / sotto il notturno lembo del Natale, / ecco una luce che non ha l'eguale ... ».
25 Il pianto del bambino
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15 Notte d'Avvento
Affascinate, cieli, con la vostra purezza queste notti d'inverno / e siate perfetti! / Volate più vive di fuoco, silenziose meteore, e sparite. / Tu, luna, sii lenta a tramontare, questa è la tua pienezza! / Affascinate con la vostra purezza queste notti di Avvento, / o sante sfere, / mentre le menti, docili come bestie, / stanno vicine, al riparo, nel dolce fieno, / e gli intelletti sono più tranquilli delle greggi / che pascolano alla luce delle stelle. / Oh, versate, cieli, la vostra luce sulle nostre / solenni vallate; e tu, viaggia come la Vergine gentile, / verso il maestoso tramonto dei pianeti, / o bianca luna piena, silente come Betlemme! |
Di lui molti nostri lettori ricorderanno romanzi come La montagna dalle sette balze, saggi come Semi di contemplazione e Nessun uomo è un'isola e raccolte di poesie come Un uomo nel mare diviso, da cui è tratto il nostro testo. I cieli, le meteore che volano «silenziose» nel firmamento cristallino, la luna piena, le stelle, il chiarore che pervade le gelide e purissime «notti d'Avvento»: è questo un orizzonte cosmico che si trasforma quasi in cattedrale. 16 Piange il bambino
17 ll catino per il sangue La Vergine diceva lavando il Bambino; / «Una nuova spugna mi ci vuole / uno smaltato catino». / Ogni cosa a suo tempo, / fa il Gesù bambino, / la spugna per il fiele! / il catino per il sangue! |