AVVENTO CON DON ALBERIONE

DOMENICA I DI AVVENTO

1. A Natale, Gesù nascerà nelle nostre anime, perché allora si celebrerà l'anniversario della sua nascita temporale. In tale occasione, per le suppliche della Chiesa Sua sposa, Egli concederà alle nostre anime le grazie medesime che diede ai pastori ed ai magi. Gesù Cristo tornerà alla fine del mondo per prendere i Suoi eletti e guidarli al cielo, e per condannare i colpevoli alle fiamme. Tutta la Messa ci prepara a questo doppio avvento di misericordia e di giustizia. Alcune parti della liturgia si riferiscono al primo avvento, altre al secondo. Dice S. Ambrogio: Dall'alto dei cieli Gesù viene, l'anima intirizzita si risvegli alfine, non dorma più nelle tenebre. Ed ecco l'Epistola: «Fratelli, sapendo che è già l'ora di svegliarsi dal sonno; perché la nostra salvezza è più vicina ora di quanto credemmo. La notte è inoltrata ed il giorno si avvicina: gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Viviamo onestamente come di giorno; non nelle crapule e nelle ubriachezze, non nelle mollezze e nell'impudicizia; non nella discordia e nella gelosia, ma rivestitevi del Signor Nostro Gesù Cristo» (Rm 13, 11-14). Qui è promessa la Redenzione. Nel Vangelo si parla specialmente della seconda venuta. In quel secondo avvento Gesù Cristo retribuirà chi avrà profittato della Redenzione. «In quel tempo, disse Gesù ai Suoi discepoli: Vi saran dei segni nel sole, nella luna e nelle stelle e sulla terra costernazione delle genti spaventate dal rimbombo del mare e dei flutti; gli uomini tramortiranno dalla paura nell'aspettazione delle cose imminenti a tutta la terra; perché le potenze dei cieli saranno sconvolte. E allora vedranno il Figlio dell'Uomo venire con grande potenza e gloria sopra le nubi. Or quando cominceranno ad avvenire tali cose, alzate il vostro capo e guardate in alto, perché la redenzione vostra è vicina. E disse loro una similitudine: Osservate il fico e tutte le altre piante. Quando le vedete germogliare, voi sapete che l'estate è vicina. Così dunque quando vedrete accadere tali cose sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità vi dico che non passerà questa generazione avanti che tutto ciò si adempia. Cielo e terra passeranno, ma le mie parole non passeranno» (Lc 21, 25-33).

2. L'accoglienza che noi facciamo a Gesù quando viene a redimerci, sarà quella che Egli farà a noi quando verrà a giudicarci. Prepariamoci, con sante aspirazioni e con il mutamento della nostra vita alle feste del Natale: per essere pronti all'ultimo tribunale, da cui dipenderà la sorte della nostra anima per l'eternità. Abbiamo fiducia perché quelli che aspettano Gesù Cristo non saranno confusi. Il Redentore mostra la Sua potenza liberandoci dal potere delle tenebre e fortificandoci contro gli assalti del male. La salute sta per venire; il giorno si avvicina, la Redenzione è prossima. Aggiunge S. Leone Magno: Conviene che ognuno si prepari all'arrivo del Salvatore per timore che non lo trovi dedito alla gola o preoccupato nei pensieri e nelle cure del mondo.

3. O mio Dio, in Te confido! non abbia io da arrossire per vergogna, né abbiano a deridermi i miei nemici; poiché tutti quelli che in Te confidano non saranno confusi. Fammi conoscere le Tue vie, o Signore; ed insegnami i Tuoi sentieri. Mostraci la Tua misericordia, e mandaci il Tuo Salvatore.

Esame. - Come mi dispongo al Natale? Con penitenza? Con fiducia nel Bambino?

Proposito. - Voglio santificare l'Avvento: meditando, desiderando, chiedendo i doni natalizi a Gesù Bambino.

Preghiera - Suscita, o Signore, la Tua potenza e vieni; affinché dai pericoli che ci incombono per i nostri peccati, possiamo essere sottratti per la Tua protezione e salvati dalla Tua mano liberatrice. Fa, o Signore, che sperimentiamo nel Tuo tempio l'effetto della Tua misericordia, alfine di prendere con degni onori le prossime solennità della nostra Redenzione.



DOMENICA II DI AVVENTO

1. Nella liturgia di oggi domina il pensiero di Isaia, profeta del Messia. Egli annuncia che Gesù Cristo nascerà da una Vergine; che la sua manifestazione sarà preceduta dal Battista; che la Sua venuta sarà riconosciuta dai prodigi; che libererà i popoli dal dominio di Satana; che Israele in buona parte non Lo riconoscerà; ma i gentili correranno invece a Lui ed avranno in Lui salvezza. Dice S. Paolo nell'Epistola: «... Io dico che il Cristo Gesù è venuto, è divenuto ministro dei circoncisi per essere fedele alle promesse di Dio e mantenere quanto promise ai Padri; mentre i gentili rendono gloria a Dio per la Sua misericordia, come è scritto: «Per la qual cosa, io Ti loderò in mezzo ai gentili, o Signore; ed inneggierò al Tuo nome». Ed è anche scritto: «Rallegratevi, o nazioni, insieme con il tuo popolo»Ed anche: «Lodate il Signore, voi, genti tutte, e voi popoli tutti celebrateLo». Isaia pure dice: «Spunterà il germoglio di Jesse e Colui che sorge per regnare sui popoli: ed in Lui spereranno gli uomini» (Rm4, 16).

2. Ecco i prodigi e i segni da cui si doveva riconoscere il Messia: «In quel tempo Giovanni, avendo udite nella prigione le opere del Cristo, mandò due dei suoi discepoli a dirGli: Sei Tu quello che ha da venire o dobbiamo aspettare un altro? Gesù rispose loro: Andate a riferire a Giovanni quel che udite e vedete: i ciechi vedono, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono mondati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la buona novella; ed è beato chi non si sarà scandalizzato di me. Partiti quelli, Gesù cominciò a parlare di Giovanni alle turbe e a dire: Che siete andati a vedere nel deserto? una canna agitata dal vento? Ma che siete andati a vedere? Un uomo vestito mollemente? Ecco, quelli che portano delle morbide vesti stanno alle corti dei re. Ma che siete andati a vedere? un profeta? Sì, vi dico, e più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: Ecco. io mando innanzi a te il mio Angelo, per preparare la tua via innanzi a te» (Mt, 1l, 2-10). E Gesù Cristo dichiara che il Battista era l'angelo, il nunzio che L'aveva preceduto secondo Isaia. Tuttavia, moltissimi connazionali di Gesù non Lo vollero riconoscere neppure per i prodigi, ma quelli che Lo riconobbero divennero figli di Dio, in Cristo. Non tutti gli uomini, anche oggi, accettano la dottrina la morale, i sacramenti, il Vangelo di Gesù Cristo. Egli è pur sempre il segno di contraddizione: gli umili accolgono il regno di Dio come bambini, con semplicità; i superbi non hanno il dono della fede.

3. È misericordia divina se ho creduto fin da la mia infanzia; se ho accettato la santa morale evangelica; se sono stato santificato dai Sacramenti; se sono stato innestato a Gesù Cristo. Questa è la mia gioia e la mia ricchezza inestimabile; questo è il segno di salvezza; è, anzi, la vita eterna. Sia lode a Gesù Cristo, per tutti i secoli.

Esame. - Sono cristiano convinto? totalitario? di profonda fede? nella pratica della vita? fino alla meditazione? fino alla Comunione?


Proposito. - Mediterò: Gesù viene a noi: gli chiedo aumento di fede, speranza più ferma, carità più ardente.

Preghiera. - Eccita, o Signore, i nostri cuori a preparare la via al Tuo Unigenito; affinché mediante la Sua venuta, possiamo servirTi con anima purificata. Sii placato o Signore, dalle preghiere e dalle offerte della nostra umiltà; e dove non vi è alcun nostro merito, supplisca la Tua misericordiosa bontà. Gesù Cristo spanda la luce e la gioia sul mondo, lo accolgano uomini e nazioni; in Lui Via, Verità e Vita.



DOMENICA III DI AVVENTO


1. S. Giovanni Battista è oggi a noi maestro di sincerità, di veracità, di schiettezza. Egli dice candidamente tutto quello che è, e nega con schiettezza di essere quello che non è. Ottima preparazione questa al Natale, oramai prossimo: «Il Signore è già vicino, venite, adoriamoLo». Riconosciamo di aver bisogno del Signore; né avremo i doni: Muovi, o Signore, la Tua potenza; vieni e soccorrici».
Ecco il Vangelo: «In quel tempo. I Giudei di Gerusalemme mandarono a Giovanni dei sacerdoti e dei leviti per domandargli: Tu chi sei? Ed egli confessò: Non sono io il Cristo. Ed essi gli domandarono: Chi sei dunque? Sei Elia? Ed egli: No. Sei tu il profeta? No, rispose. Allora gli dissero: E chi sei? Per render conto a chi ci ha mandato, che dici mai di te stesso? Rispose: Io sono la voce di colui che grida nel Deserto: Raddrizzate la via del Signore, come disse il profeta Isaia. Or quelli che erano stati inviati a lui, erano dei farisei; e lo interrogarono dicendo: Come dunque battezzi se tu non sei il Cristo né Elia, né il profeta? Giovanni rispose loro; lo battezzo con l'acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete. Questi è Colui che verrà dopo di me; ed a cui non son degno di sciogliere il legaccio dei calzari. Questo avvenne in Betania oltre il Giordano, dove Giovanni stava battezzando» (Gv 1, 19-28).

2. Tale era la santità di vita di S. Giovanni Battista; così efficace era la sua parola sulle turbe a muoverle a penitenza; tanta era la risonanza dei suoi prodigi, che molti pensavano che egli fosse il Messia. Una solenne ambasciata di sacerdoti e leviti viene a lui per interrogarlo. Sembrerebbe che almeno una tentazione di farsi onorare Messia, sia pure per poco tempo, abbia dovuto sentirla; ad una sua affermazione molti avrebbero creduto... S. Giovanni invece: «Riconobbe, e non negò: e confessò: non sono io il Cristo» (Gv 1, 20). Così nega di essere Elia od il profeta. Ma chi cerca la verità con semplice cuore, come nega di essere ciò che non è; con eguale prontezza ammette, se l'onore di Dio lo richiede, di essere ciò che realmente sa di essere: il nunzio di cui parla Iaia Profeta: «Io sono la voce di colui che grida nel deserto: Appianate la via del Signore» (Gv 1, 25).
L'ambizione spinge spesso l'uomo a prendere atteggiamenti, vantare qualità, scienza, attitudini, ricchezze, meriti che non ha. La bugia, l'ipocrisia, l'inganno, sono vizi assai frequenti nelle relazioni familiari e sociali
Il Vangelo all'opposto insegna ad amare la sincerità: sia il vostro parlare: sì, sì, oppure: no, no. Il più od il meno viene dal nemico.

3. Gesù Maestro, Voi siete la verità e l'amatore della verità. Nessuno vi è più in odio dell'ipocrita, del bugiardo, dell'infingardo, del falso ed ipocrita; perciò avete amato tanto i semplici e condannato i farisei. Vi erano cari i pastori, i bambini, gli apostoli scelti fra la gente semplice. Avete condannato i farisei: Guai a voi che rassomigliate ai sepolcri imbiancati all'esterno, e siete invece pieni di ossa e marciume. Guai a voi. ipocriti! Signore, io detesto ogni finzione, ipocrisia e bugia; la verità sia sempre nella mia mente, nel mio cuore, nella mia bocca, e più nella mia vita.

Esame. - Ho un grande amore alla verità? Sono uguale in privato ed in pubblico? Sulle mie labbra vi è quanto sento nel cuore? Ho il coraggio di professare le mie convinzioni religiose o le nascondo per viltà? E non mi pavoneggio di qualità che non ho? E non pretendo una stima che non merito?


Proposito. - La verità ad ogni costo, sempre, per l'onore di Dio.


Preghiera. - Porgi, o Signore, Te ne preghiamo, benigno ascolto alle nostre suppliche; illumina le tenebre della nostra mente; dirigi nella rettitudine i nostri cuori e la nostra lingua; affinché sempre Ti onoriamo nella Tua verità e ci umiliamo nella debolezza nostra. Concedici un uguale odio all'ipocrisia ed al rispetto umano, per il Signore nostro Gesù Cristo che vive e regna Dio con Te, nell'unità dello Spirito Santo.


DOMENICA IV DI AVVENTO

1. Gesù Cristo sta per venire a noi come Via, Verità e Vita: «Preparate la via al Signore» (Mt 3, 30; Mc 1, 3). La preparazione sta, specialmente, in una disposizione di umiltà e di penitenza per i nostri peccati, la nostra ignoranza, il nostro infelice stato di morte; ed in una disposizione di fiducia in Colui che ci predicherà la verità che salvano, ci traccerà la via del Cielo, ci ridarà la vita soprannaturale. La liturgia è dominata da tre grandi figure: Isaia, il Battista, la Vergine Maria. Dice il Vangelo: «L'anno decimoquinto dell'impero di Tiberio Cesare essendo Governatore della Giudea, Ponzio Pilato, tetrarca di Galilea, Erode, tetrarca dell'Iturea e della Traconide, Filippo, suo fratello, e tetrarca di Abilene, Lisania; sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio fu diretta a Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Ed egli andò per tutta la regione del Giordano, predicando il Battesimo di penitenza in remissione dei peccati; come sta scritto nel libro dei sermoni del profeta Isaia: Voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore; raddrizzate i Suoi sentieri. Ogni valle sarà colmata, ogni monte e colle sarà abbassato, e le vie tortuose saran fatte diritte e le scabre appianate ed ogni uomo vedrà la salvezza di Dio» (Lc 3, 1-6).

2Umiltà. Il Battista dice: Fate frutti degni di penitenza. E S.Gregorio fa notare che non ci vuole una penitenza qualunque; ma penitenza degna, proporzionata al peccato. La Chiesa oggi prega «Vieni, Signore, non tardare; perdona le colpe del Tuo popolo, Israele». Il Vangelo è chiaro: Appianate i sentieri; drizzate i sentimenti del vostro cuore. L'uomo privato della sua vita soprannaturale, ottenebrato nella sua mente era andato precipitando sempre più nell'abisso dell'errore e del vizio.
Fiducia. Dice il Battista: «Saranno colmate tutte le valli; i monti ed i colli saranno abbassati» (Lc 3, 6). Gesù è la luce. Dice il profeta Isaia. «Muterò le tenebre in luce e non li abbandonerò». E San Giovanni Evangelista: «Il Figlio di Dio ci ha data l'intelligenza perché possiamo conoscere il vero Dio ed essere nel Suo Figlio». Gesù Cristo è la vita eterna e la salvezza: «Vedrà ogni uomo il Salvatore» (Lc 3, 6). E la Chiesa prega: «Suscita, o Signore, la Tua potenza, e vieni; soccorrici con la Tua grande virtù, affinché con l'aiuto della Tua grazia, riceviamo quanto i nostri peccati hanno demeritato.

3. Venga la rugiada dal cielo, e le nubi piovano il Giusto; si apra la terra e germogli il Salvatore» (Is 45, 8). Da Sion esca la legge e la parola di Dio da Gerusalemme; illumini gli occhi dei suoi servi.
Gerusalemme suoni le sue trombe, poiché è vicino il giorno del Signore; ecco che Egli viene a salvarci. Egli è l'atteso, il sospirato delle nazioni la Vergine mi dia il Salvatore; gli uomini accolgano la salute. È venuta la pienezza dei tempi. Cammini innanzi a noi; ci insegni le Sue vie; ci ammaestri nella giustizia; ci insegni la via della prudenza.

Esame. - Mi preparo a ricevere Gesù quale Egli viene al mondo, cioè: Via di ogni santità; Maestro della verità, Vita dell'anima? Ne sento il bisogno?

Proposito. - A Gesù chiederò molto, per ricevere molto; soprattutto chiederò con cuore umile.

Preghiera. - O Sapienza che sei uscita da lo bocca dell'Altissimo, vieni ad insegnarci la via della prudenza.
O radice di Jesse, segno dei popoli, che i re aspettano, che i popoli invocano; vieni a liberarci. O Oriente e splendore di luce eterna, sole di giustizia, vieni ed illumina coloro che stanno ancora nelle tenebre e nell'ombra di morte
«Il Signore è vicino a chi Lo invoca; a chi Lo invoca di vero cuore».



VIGILIA DI NATALE


1. Rappresentiamoci al vivo la grotta, la greppia, il bue e l'asino, poi Giuseppe, Maria il Bambino. Adoriamo con gli Angeli.
Il presepio è cattedra del Maestro, tribunale del Giudice, trono di misericordia. È cattedra, la prima cattedra del Maestro Divino. Egli, tacendo insegna alle anime pie e docili: l'umiltà, la povertà, la pazienza.
L'umiltà: essendo Dio, umiliò, annientò al cospetto degli uomini Se stesso; e si mostrò come uomo, anzi come bambino. Impariamo a scomparire: «Sarebbe una intollerabile imprudenza mentre la maestà si annientò, il vermicciattolo si gonfiasse ed inorgoglisse».
La povertà: Gesù ha, per casa, una grotta; per culla una greppia, per letto un po' di paglia, per fasce dei panni grossolani. Eppure Egli è Dio vero da Dio vero; dal quale tutto fu creato. Egli predicherà poi: Beati i poveri.
La pazienza: Venne nella Sua nazione, ma non fu accolto; anzi, fu cercato a morte. Eppure, dimenticato, tace; come tacerà quando sarà accusato e condannato. Impara il silenzio di chi solo soffre per Gesù Cristo.

2. È tribunale di giudice, il presepio. Tacendo, il Bambino fa conoscere chi è e chi non è Suo discepolo. È suo discepolo chi si mette alla scuola dei Suoi esempi: chi Lo segue, Lo imita nella umiltà, povertà, mortificazione, pazienza. Non è suo discepolo chi non viene alla Sua scuola: o non ne approfitta; o ci viene solo raramente o quasi per curiosità.
Vero Suo discepolo è chi prende la sua croce e Lo segue: non è vero Suo discepolo chi non porta la sua croce.
È vero discepolo chi rinunzia a tutto od almeno distacca il suo cuore da tutto, per Suo amore; non è vero Suo discepolo chi è mondano, cerca sè stesso, ama la vita comoda, gli onori, i piaceri, le ricchezze.
È Suo discepolo chi ne ha lo spirito di mansuetudine e di carità; non lo è chi si vendica, odia, invidia.

3. È trono di misericordia. Nel presepio Gesù per la prima volta stende le Sue mani per invitare a Sé tutti gli uomini, come farà in tutta la vita: «Stesi tutto il giorno le mie mani» (Is 65, 2). Venite a me voi tutti che avete sofferenze o peso di peccati: vi ristorerò. Molte sono le pene nostre: «Molte sono le tribolazioni dei giusti» (Sl 33, 19). Confidiamoci in Gesù: Egli ci conforterà.
Prima, perdonerà ai pentiti i loro peccati; poi, ispirerà la pazienza; inoltre infonderà conforto con la speranza del paradiso. Ogni pena confidata a Gesù, riuscirà lieve; accettata dalla Sua mano cesserà di essere una croce.


Esame. - Il Natale per me è soltanto una festa di famiglia? Od un giorno di poesia? o un occasione di riposo e godimento umano? Oppure è una nuova nascita in Cristo?


Proposito. - Oggi entro alla scuola di questo Divino Maestro, per restarvi ogni giorno della mia vita.


Preghiera. - «Signore, che questa notte sacratissima hai rischiarata con i fulgori della vera luce; concedi, Te ne preghiamo: che di quella stessa luce di cui in terra conosciamo i misteri, in cielo, poi, partecipiamo ai gaudi nella contemplazione della Tua gloria».

da: Opera Omnia