La solennità dell’Annunciazione del Signore ci pone davanti al mistero dell’Incarnazione. La terra riceve il seme celeste, la Parola trova il Silenzio in cui risuonare, Gesù si fa uomo nel grembo di Maria. San Giuseppe lo sposo della Vergine Maria, porta il suo umile contributo a questo misterioso e straordinario piano di Dio. Uomo del silenzio, uomo dell’ascolto, uomo dell’obbedienza e della fede. … È tempo di staccarsi da abitudini poco buone, se non addirittura cattive, per avvicinarsi e gustare sempre più il Bene, Dio. È tempo di “liberarsi da” in vista di “liberarsi per”: togliere le schiavitù per donare tutte le nostre energie a Dio. L’Annunciazione è un momento di particolare grazia e gioia per tutte le Annunziatine, giorno in cui facciamo memoria della nostra identità: uditori della Parola di Dio e annunciatori di Gesù, della sua Buona Novella. Don Vito |
UN SI CHE HA CAMBIATO IL VOLTO DEL MONDO L’ANNUNCIAZIONE, titolare dell’Istituto: il sì di Maria non solo ha dato inizio alla Redenzione, ma ha cambiato il volto del mondo. Nella storia dell’umanità ci sono dei momenti che hanno un valore unico. L’Annunciazione è uno di questi momenti. Il sì di Maria era stato richiesto da una decisione gratuita della bontà divina. Il Padre che mandava suo Figlio nel mondo avrebbe potuto compiere il suo dono senza ricorrere al consenso di una creatura. Ma egli preferiva procurarsi la cooperazione dell’umanità, in virtù dell’alleanza che desiderava instaurare con tutti gli uomini. Prima, Dio aveva stabilito un’alleanza con il popolo giudaico, alleanza che nel corso di parecchi secoli di storia, aveva assunto diverse forme ed era stata confermata attraverso molti avvenimenti. In questa diversità rimaneva pure il fatto che era un uomo che rappresentava il popolo dinanzi a Dio. Ora, nell’Annunciazione, è una donna che viene scelta, per offrire a Dio la risposta che deve istituire l’alleanza. L’instaurazione dell’alleanza con una donna introduce una nuova prospettiva. Quando un uomo rappresentava il popolo, contava sull’alleanza per fare la guerra e riportare vittorie sui nemici. Maria, invece, non vuole impegnarsi in un patto militare; aderisce a un patto non di azione violenta ma di affetto: per lei l’alleanza ha come scopo la maternità annunciata. La prima parola dell’angelo è un invito alla gioia: “ Rallegrati, colmata di grazia” (Lc 1, 28). Non si tratta di un semplice saluto ma di una esortazione a rallegrarsi per il più grande evento della storia del mondo. Ricorda simili esortazioni rivolte alla “figlia di Sion”, al popolo giudaico. “Rallegrati, figlia di Sion”, con riferimento all’avvenimento messianico ( Zc 9, 9). Così appare l’intenzione divina primordiale, che ispira tutto il messaggio dell’angelo: Dio vuole rallegrare l’umanità, farla entrare nella sua felicità divina. Verso questa felicità tende l’annuncio: “ Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo…” . Questo Gesù è destinato a stabilire un regno che non avrà fine. Dinanzi a questo annuncio Maria è stupita, ma non perde la lucidità del suo pensiero. Fa la domanda: “ Come sarà questo, poiché io non conosco uomo”. Non pone in dubbio l’annuncio, perché crede nella parola dell’angelo, ma chiede come il progetto si compirà, perché è vergine e desidera conservare la sua verginità. Crede che questo sarà, ma vuole sapere come questo sarà. L’angelo le spiega la risposta divina. “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo”. E’ una risposta che piace a Maria e colma il suo desiderio. In questa prospettiva la verginità, invece di essere un ostacolo alla maternità, è la via che permette alla maternità di compiersi. E’ lo Spirito Santo che con il concorso della Vergine opererà il concepimento del bambino. Subito viene il consenso: “Ecco la serva del Signore. Avvenga di me quello che hai detto”. Era un sì chiaramente espresso, senza nessuna riserva. Al momento che fu pronunciato, lo Spirito Santo realizzò il progetto divino e il mondo cambiò volto, perché ormai possedeva il figlio di Dio come Salvatore incarnato. Il sì di Maria ha trasformato le condizioni di esistenza di tutti gli uomini. |
Siamo all'Annunciazione del Signore, un momento alto e denso di significato nel tempo della Quaresima. Ne parliamo col noto mariologo professor e don Stefano De Fiores. Professor De Fiores, che cosa é l'Annunciazione? "la data, ossia nove mesi esatti prima del Natale indica la Incarnazione, il mistero di questo evento inspiegabile se esaminato con il metodo della medicina e della scienza". E allora? "certamente questa é una festa mariana,ma se esaminiamo attentamente, ha anche un profondo e radicato senso cristologico in quanto viene annunciata la Incarnazione del Verbo, di Cristo". Qualche altro autore, acutamente, ha esaminato il senso della vocazione di Maria: "esattamente. Maria viene invitata e dunque chiamata a fare parte del piano di Dio, a collaborare attivamente alla salvezza e non si tira indietro, certo, ha un momento di giustificata incertezza, ma alla fine obbedisce e dunque collabora, per vocazione, al piano ... |
Annuncio a Maria Il sì di Maria fu un atto di obbedienza a Dio, che agiva attraverso le decisioni dei suoi genitori, secondo gli usi del tempo. Ella sapeva ben vedere la mano di Dio attraverso gli avvenimenti umani non dipendenti da lei. (G.Amorth) E'da collocare verso l'anno 7 a.C., nel periodo seguente alla semplice celebrazione del fidanzamento tra Maria e Giuseppe, l'episodio dell'annunciazione: l'evento più importante della vita della Madonna e di tutta la storia dell'umanità; il momento in cui il Verbo eterno si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. Gli evangelisti, come è noto, ci narrano gli episodi salienti della vita di Maria e dell'infanzia di Gesù, scegliendo quelli significativi per il segno messianico che contenevano, in base agli scopi dei rispettivi Vangeli. Ecco in quali termini Luca narra l'episodio dell'annunciazione: « Al sesto mese (dal concepimento di Giovanni Battista), Iddio mandò l'angelo Gabriele in una città della Galilea chiamata Nazareth, a una Vergine sposa di un uomo di nome Giuseppe, della casa di Davide; il nome della Vergine era Maria. Entrò da lei e disse: "Ave, piena di grazia; il Signore è con te". Per tali parole essa rimase turbata e si domandava che cosa significasse un tale saluto » (Luca 1,26:29 Le narrazioni evangeliche sono tutte molto pregnanti di riferimenti biblici, ma questa di Luca lo è in modo straordinario, e solo chi abbia familiare la lettura dell'Antico Testamento può coglierne tutte le allusioni e i significati nascosti, che altrimenti sfuggono. Già il nome del messaggero, Gabriele (nome che significa potenza-di-Dio), richiama tutta una storia di interventi divini concernenti la redenzione, che è la più grande delle meraviglie compiute per l'uomo dall'Onnipotente. Basta rileggere il libro di Daniele, ai capitoli 8 e 9, per comprendere che cosa significasse per Luca l'invio di Gabriele a Maria. Don Gabriele Amorth |